OBJECT
Il progetto della “Casa della Cultura” nasce nel 2008 e, da allora, il termine per indicare il progetto/edificio si è molto radicato. Partendo dalla consapevolezza della difficoltà di modificare una consuetudine di questo tipo, si vuole comunque prendere le distanze da un nome “Casa della cultura” che finisce per rimandare ad un contesto e a delle pratiche, estremamente lontane dalla mission di questo progetto.
Dunque, lasciando la possibilità di mantenere la dicitura “casa della cultura” come pay off, si chiede di proporre un nome alternativo in grado di rappresentare il carattere di polifunzionalità di un edificio vocato soprattutto ad una progettualità legata alla musica ed al teatro, pensato per un target di un ‘età compresa tra i 20 ed i 40 anni.
Il nome non deve necessariamente essere in lingua italiana né contenere riferimenti a S.; si esclude di ricorrere ad intitolazione.
Il progetto è il risultato di una gara realizzata con Chiara Neviani, finalizzata a:
• marchio / logotipo per la promozione della Casa della Cultura di S.. Tale marchio / logotipo dovrà essere rappresentativo delle peculiarità e di tutti gli elementi che compongono l’identità della Casa della cultura.
• naming della struttura
PROPOSAL
Il nome
Humus /ùmus/ deriva dal latino col significato di «suolo, terra». In italiano humus è il terreno fertile. In senso figurato è «il sostrato di fattori sociali, spirituali, culturali che promuovono, favoriscono o condizionano il sorgere di idee, situazioni, manifestazioni.»
Ciò che più interessa è il fatto che l’humus rappresenti la porzione più attiva della sostanza organica del terreno, quella porzione che interagisce con gli elementi circostanti determinandone la fertilità. Il territorio di S. è un terreno vasto e ricco di progetti, di idee, un comune che ha abituato i propri cittadini a partecipare attivamente nel formulare la propria proposta culturale. Humus è lo spazio fisico per concretizzare queste potenzialità: è un polo culturale, un centro di studio e formazione, è una piazza dove incontrarsi a chiacchierare e scambiare idee, è una sala prove, è un auditorium, è un luogo di socialità e di condivisione. Uno spazio flessibile, eclettico, in movimento.
Humus è quello che diventerà, attraverso la creatività, l’entusiasmo e la partecipazione di chi lo animerà. Terreno fertile per la creatività.
Il payoff
L’insieme dei significati della parola humus sottolinea la vocazione di un luogo fecondo, lo spazio in cui nascono, crescono e sbocciano idee e progetti, dove si mescolano e si sviluppano le competenze per realizzare i sogni, per promuove la cultura nelle sue forme, aperte e possibili.
Humus è il luogo dove cresce la cultura.
La felicità non è né la virtù né il piacere né questa cosa o quell’altra ma semplicemente la crescita: siamo felici quando stiamo crescendo.
(William Butler Yeats)
Il pittogramma
Il pittogramma vuole sintetizzare visivamente i concetti fino ad ora espressi raffigurando al tempo stesso contenitore e contenuto. Il cerchio – elemento caratterizzante del progetto architettonico – è per eccellenza simbolo di uno luogo condiviso, spazio di scambio egalitario in cui ognuno è chiamato a esprimersi e partecipare.
La forma circolare del pittogramma è aperta, permeabile e attraversabile; accessibile a tutti gli elementi che compongono il territorio. Le quattro linee radiali che partono dal centro del cerchio rappresentano il sole – simbolo di S. e della Fondazione C. – elemento essenziale a far germogliare progetti, pensieri e impressioni. Il cerchio così costruito si muove su un terreno fertile pieno di spunti, ispirazioni e intenzioni rappresentate come frammenti di forme più e meno compiute, in infinito divenire. Quando le idee entrano nell’area di azione del cerchio si concretizzano in progetti, questo passaggio da ciò che è in potenza a ciò che è in atto è rappresentato dall’introduzione del colore.
È l’interazione tra contenitore e contenuto che genera valore.
Si è voluto creare un sistema di simboli composti da elementi primari ricorrenti (semicerchi, linee, triangoli… ). Quattro sono stati racchiusi nel cerchio del pittogramma e danno al logo la sua riconoscibilità. Sono volutamente astratti, non intendono identificare le specifiche attività che si svolgono nello spazio ma stanno a rappresentare una sintesi di tutti i simboli creati. Gli altri simboli, utilizzati in modo libero, diventano parte determinante dell’immagine coordinata, possono essere ogni volta diversi e rappresentano un potenziale che è stato attivato. Questi elementi (logo con simboli fissi e immagine coordinata con simboli variabili) concorrono a creare l’identità visiva di Humus, rendendola al tempo stesso definita e mutevole, umanamente viva.
Applicazioni
BRIEF
Il progetto consiste nella realizzazione della nuova “Casa della Cultura” di Soliera, un centro culturale e associativo con caratteristiche polifunzionali che raccoglie diverse attività legate alla produzione e fruizione di cultura in un unico spazio.
Si tratta di un edificio a un solo piano organizzato intorno a una piazza centrale dalla quale si accede a diversi luoghi e destinazioni d’uso: un locale sede di circolo ad uso spettacoli e concerti prevalentemente serali; una sala polivalente; un insieme di sale musicali per registrazioni, prove, lezioni; alcune sale corsi; uffici di gestione; un bar. Queste attività hanno spazi di servizio dedicati, sono indipendenti ma gravitano sullo stesso spazio comune.
L’edificio risulta come una aggregazione di diverse unità, di scatole volumetriche di altezza e dimensioni proporzionate alle esigenze funzionali delle diverse attività. L’edificio è collocato in un terreno verde, destinato a parco pubblico e affida la sua immagine e il rapporto con il contesto ad una “recinzione” perimetrale, che diventa di fatto il prospetto dell’edificio stesso: forma infatti un cerchio di 62 metri di diametro, ha una altezza di 6 metri. La recisione è in acciaio corten, dall’aspetto e dal colore della ruggine, traforato secondo una trama tipica della campagna emiliana, spesso usata nelle gelosie in laterizio dei fienili.
Sia la finitura, materica e dall’aspetto naturale, che il pattern rendono il progetto visibile dal parco come un intervento più vicino alla architettura dei giardini o alla land art piuttosto che all’edilizia: manca ogni riferimento ai segni del costruito, si pone come una forma pura che rimanda a segni della tradizione locale. L’edificio, gestito dalla Fondazione C., diventerà uno degli spazi principali della progettazione e fruizione culturale a S. insieme ad altri luoghi e si configurerà come un incubatore progettuale dove, dalla convivenza di diversi attori, nasceranno nuovi progetti legati soprattutto al mondo della musica e del teatro. Vi troveranno sede alcune realtà associative del territorio ed altre potranno utilizzarne gli spazi per le proprie attività con particolare attenzione alla promozione ed allo sviluppo dell’associazionismo giovanile.
L’edificio è idealmente diviso in 4 aree che gravitano intorno ad una piazza coperta: Area Musica, Area Spettacolo, Sala Polivalente, Area Uffici/sale corsi, La piazza. Una parte della piazza è occupata dal bar con relative sedute, un parte è attrezzata con tavolini e divanetti.